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LA STORIA |
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Convento dell'Annunziata
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IL CONVENTO DELL'ANNUNZIATA
Girolamo Rossi, insigne storico ventimigliese, riporta nella
sua storia di Ventimiglia che già in tempi antichi, nel
secondo giorno delle rogazioni, il Capitolo della Cattedrale
aveva l'abitudine di recarsi presso la chiesuola di San Lazzaro,
che si trovava fuori dalle mura vicino ad un romitorio destinato
ad accogliere i lebbrosi. Negli atti del notaio Visconti si
trovano i lasciti di Carlo e Jacopina Curlo rogati il 14 aprile
e il 12 settembre 1349, nei quali, tra i beneficiari, compare
anche la chiesa di San Lazzaro. Queste testimonianze riportano
le più antiche notizie riguardante il sito dove poi sorgerà
il Convento dell'Annunziata.
Sempre il Rossi fa risalire la fondazione del convento al 7
febbraio 1503, data in cui il nuovo vescovo della diocesi Domenico
Vaccari tenne il sinodo diocesano, fondazione a cui diede il
beneplacito Luigi XII re di Francia, che nel 1499 era diventato
Signore di Milano e di Genova e che aveva dato il comando su
Ventimiglia a Giovanni II Grimaldi principe di Monaco.
A.Casini , autore di una storia dei conventi francescani in
Liguria, ritiene, sulla base di un Breve di Clemente XIV del
1773, che la fondazione sia stata fatta intorno al 1470.
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L'unica data certa ci viene
da un Breve di Papa Leone X datato 14 marzo 1517, nel quale
viene autorizzata la cessione all'ordine francescano dei Frati
Minori Osservanti della chiesa dedicata a San Lazzaro e dell'annesso
ospizio per poter erigere il nuovo convento.
Sappiamo che gli ordini francescani preferibilmente non erigevano
nuovi conventi, ma s'insediavano in strutture già esistenti
e le ampliavano. Probabilmente a Ventimiglia fu seguita questa
abitudine.
Da descrizioni tramandateci da cronisti della fine del 1700,
sappiamo che il convento era composto da una chiesa a una navata,
da tre dormitori, una loggia, un chiostro, una biblioteca e,
intorno, orti.
Già allora viene sottolineata la formidabile posizione
per la vista impareggiabile che offre.
Per la costruzione della chiesa del convento, dedicata all'Annunciazione,
l'importante famiglia ventimigliese degli Orengo erogò
una forte somma, ottenendo il giuspatronato dell'altare maggiore
davanti al quale fu posta a ricordo un iscrizione.
Verso la fine del XVIII secolo, con la soppressione degli ordini
religiosi, i frati ne perdono il possesso, che riavranno per
breve tempo dopo la caduta di Napoleone. Nel 1831 dovranno farne
definitiva cessione al governo sabaudo per l'erezione della
fortezza.
I beni artistici del complesso vengono dispersi, l'altare maggiore
viene spostato nella chiesa di San Francesco e l'altare del
Carmine in San Michele, mentre il fondo librario e la quadreria
accorpati alla Biblioteca Aprosiana.
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