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LE MANIFESTAZIONI
VENTIMIGLIA
 

   
 

COPPA IN VETRO CON ICTIOCENTAURO

La particolarità della
coppa di Ventimiglia, che insieme al grande piatto in vetro blu decorato con putti bacchici recentemente rinvenuto nella necropoli di Albingaunum (Albenga) costituisce una delle rare attestazioni della produzione diatreta figurata sinora nota in Liguria, si deve al soggetto raffigurato e alla tecnica usata per realizzarlo, mediante l'asportazione profonda di materiale vetroso sulla superficie esterna del vaso per definire i volumi plastici delle figure, entro cui i particolari sono resi tramite semplici linee incise e a tratteggio.

Si tratta di un ictiocentauro in movimento verso destra, circondato da quattro grossi pesci guizzanti, e da quattro coppie di incavi ovaleggianti, interpretabili come squame o più probabilmente bolle d'aria. Il mostro marino presenta testa diademata con volto barbato di profilo a sinistra, regge con la sinistra un recipiente ottenuto con otto incisioni verticali sotteso da altre due orizzontali, probabilmente un khiatos (= ), sormontato da viticci, mentre sul braccio destro, teso all'indietro, col palmo della mano aperta, si appoggia un oggetto, identificato con un tirso avvolto da bende con un'estremità svolazzante, visibile tra il braccio e il corpo. All'attacco del corpo pisciforme, con coda che si avvolge due volte su se stessa, si dispongono una serie continua di incavi oblunghi a formare una sorta di cintura di alghe fluttuanti.
Le caratteristiche tecniche e lo stile della coppa di Ventimiglia hanno permesso la sua attribuzione al nucleo dei vetri incisi noto come "Lynkeus Group", dal mito che ricorre su una coppa decorata rinvenuta a Colonia, prodotti nell'ambito del III secolo da una o più officine sulla cui localizzazione geografica, in ambito orientale-alessandrino o renano (Colonia), non si è ancora giunti a una precisa definizione.
Datata dagli studi iniziali negli anni centrali del III secolo, la coppa di Ventimiglia è stata ora recentemente riesaminata e, in base a considerazioni di carattere tecnico e stilistico, e a confronti con pezzi analoghi, in particolare con due frammenti conservati nel museo civico di Larciano e una coppa frammentaria da Roma decorata con figura di centauro, attribuita in maniera convincente all'acme dell'attività della bottega del "Lynkeus Group" datata nella prima metà del III sec., di cui l'esemplare ventimigliese costituirebbe l'attestazione costiera più occidentale sinora nota.

Daniela Gandolfi

 

 

 

 

 

 

 

Bibliografia
G. ROSSI, Di una patera in vetro trovata in un sepolcro dell'antico Intemelio, in Liguri Intemeli, Atti della Società Ligure di Storia Patria, XXXIX, 1907, pp. 95-98.
M. FLORIANI SQUARCIAPINO, La patera vitrea di Ventimiglia, in Rivista di Studi Liguri, XVIII, 1952,pp. 67-71.
H. M. VON KAENEL, Dans spätromisce Grab mit reichen Beigaben in der Kirche von Biel-Met-BE, in Archaologie der Schweiz 1, 4, 1978, pp. 138-148.
F. PAOLUCCI, I vetri incisi dall'Italia settentrionale e dalla Rezia nel periodo medio e tardo imperiale, Firenze 1997, pp. 127-129.
D. GANDOLFI, in Magiche trasparenze. I vetri dell'antica Albingaunum, a cura di B. Massabò, Catalogo della mostra, Milano 1999, pp. 229-231

 

 

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